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E' la fine di un incubo. Queste le parole della ragazza. Arrestato il presunto colpevole e ritrovato il cellulare

 

giovedì 22 febbraio 2018:

Aggressione all'Ambrogiana di Montelupo Fiorentino del 14 ottobre 2017, è scattato un arresto questa mattina, giovedì 22 febbraio, da parte degli uomini della polizia di Stato su ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal gip Mario Profeta su richiesta della procura di Firenze, nella persona di Alessandra Falcone.

Il presunto autore si chiama Alessio Martini, ha 21 anni, senza lavoro, persona nota alle forze dell'ordine: sul suo conto sono contestati i reati di tentato omicidio e rapina. Ha piccoli precedenti per droga e reati contro il patrimonio. Adesso si trova nel carcere di Sollicciano. Proprio questa mattina la polizia ha ritrovato anche il cellulare della giovane aggredita, su indicazioni dell'arrestato, a centinaia di metri dal luogo in cui venne trovata la ragazza priva di coscienza, anch'essa trascinata per 200 metri dal luogo dell'aggressione.

Il giovane non sarebbe stato tra gli amici della ragazza. Si sa inoltre che il 21enne è dedito agli stupefacenti, ma non si sa se ne ha fatto uso anche quella maledetta notte. Ricordiamo che la vittima dell'aggressione, a ottobre 2017 ancora minorenne, venne trovata in una pozza di sangue e nascosta tra le foglie lungo viale Umberto I, la strada che collega Montelupo con l'ex Opg dell'Ambrogiana. La giovane aveva passato la serata in una discoteca delle vicinanze per poi allontanarsi verso la stazione ferroviaria. Le testimonianze hanno permesso di ricostruire il tragitto della giovane, originaria del comprensorio del cuoio, fino al parco giochi di fronte alla villa.

Nelle manciate di minuti alle prime luci dell'alba è avvenuta l'aggressione: gli investigatori della squadra mobile della Questura di Firenze e del commissariato di Empoli hanno condotto operazioni molto riservate per ricostruire gli attimi in cui è stato compiuto il terribile gesto. (continua dopo la foto)

LE INTERVISTE

Ecco le parole del procuratore capo Giuseppe Creazzo: "Sono state indagini molto meticolose che hanno dovuto escludere tutta una serie di altre piste potenzialmente percorribili, sono state poste sotto attenzione ed escluse una ad una. Poi si è focalizzata l'attenzione su questo soggetto grazie alle analisi del dna ritrovato sulla vittima e altri tasselli che gli investigatori hanno saputo raccogliere con pazienza. Il soggetto questa notte è stato arrestato, abbiamo quasi la sicurezza che sia stato effettivamente lui, ha infatti portato gli agenti sul luogo dov'era stato abbandonato il cellulare della ragazza. Pensiamo a un movente di rapina, è probabile che non fossero conoscenti. Il giovane ha problemi con gli stupefacenti, possono averlo indotto a tentare la rapina. Per quel che è successo in particolare ci sarà l'interrogatorio con il giudice"..

Questo invece il commento del questore di Firenze Alberto Intini: "È stato chiarito un episodio grave che ha destato un notevole allarme sociale nella città, senza allargarlo a problematiche maggiori di sicurezza pubblica. Nello stesso tempo ha assicurato il responsabile alla giustizia. Capita casualmente in un momento in cui c'era un'attenzione particolare perché nell'area di Empoli e della Valdelsa c'è stato il comitato di ordine pubblico e sicurezza. Non ci sono dati particolarmente allarmanti, solo l'aumento dei furti in abitazione che però può essere affrontato con un maggior impegno e controllo del territorio compatibilmente con le risorse a disposizione. Un'area importante non eccessivamente problematica, fatti gravi avvengono raramente. Anche l'altro fatto della rapina a mano armata a Cerreto Guidi di pochi mesi fa ha avuto una pronta risposta da parte della polizia di stato. L'attenzione c'è in un'area dove fenomeni gravi non ve ne sono. Le situazioni più particolari e gravi vengono affrontate con determinazione e risultati positivi".

IL RITROVAMENTO DEL CELLULARE

Il dato fondamentale è che Martini, l'arrestato, abbia portato al ritrovamento del cellulare, nascosto nella macchia a destra dell'ingresso dell'ex ospedale psichiatrico giudiziario. Purtroppo il dispositivo, dopo mesi esposto alle intemperie, non si accende. Verranno fatti ulteriori accertamenti. In casa del giovane, che vive con la madre, è stato trovato il giubbotto utilizzato quella sera e lui, vistosi messo alle strette, avrebbe dato le indicazioni per il ritrovamento. Alessio Martini con indosso il giubbotto multicolore utilizzato nella notte dell'aggressione (foto da Facebook) Sul luogo dell'evento e dai riscontri delle ferite della ragazza era emersa una situazione complessa. La ragazza aveva i talloni completamente abrasi per il trascinamento per 200 metri dal luogo dell'aggressione. In più, per la botta, non è mai stata in grado di ricordare alcunché dell'aggressione. Però le tracce biologiche raccolte e portate ai tecnici hanno avuto riscontri definiti positivi. Nella zona del giubbotto multicolore sotto le ascelle sono state trovate tracce di dna compatibili. L'aggressore ha necessariamente preso la giovane sotto le braccia per trascinarla e nasconderla sotto le foglie.

LE INDAGINI

Le indagini si sono svolte alla vecchia maniera, ricostruendo i movimenti della ragazza dalla sera fino alle 6-6.20 circa. "Abbiamo ricostruito tutto e ascoltato tutti, preso i dati dalle celle telefoniche, visto i filmati di 10 telecamere della città", hanno spiegato in conferenza. Un numero enorme di cellulari è stato monitorato tramite le celle telefoniche per arrivare alla pista giusta. Gli investigatori, grazie al meticoloso lavoro di sincronizzazione delle immagini video raffrontate con i dati dei tabulati telefonici, hanno potuto ricostruire che quella notte, alle 6.20, un uomo vestito con pantaloni chiari ed un giubbotto scuro a bordo di una bicicletta, ha imboccato il viale che la giovane vittima stava percorrendo in senso opposto, mentre era intenta a parlare con il cellulare. Dopo averla incrociata, l’uomo l’ha seguita per poi colpirla alle spalle con un oggetto contundente, facendola cadere e trascinandola per circa 200 metri, per poi abbandonarla al margine del viale, non prima di essersi impossessato del cellulare che aveva tra le mani.

È LA FINE DI UN INCUBO 

La giovane aggredita, residente in un comune del comprensorio, è stata chiamata questa mattina alle 7. "Il momento più gratificante - spiega il dirigente del commissariato di Empoli Francesco Zunino - è stata la chiamata alla ragazza. Ho parlato con il padre e la madre, poi direttamente con lei. Sapete, tra investigatori e vittime si crea un certo rapporto. Con il pm le avevamo promesso che saremmo giunti alla soluzione.

Lei piangeva, ha detto "È la fine di un incubo"

 

 


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